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Immaginate il buio. Ma non quel buio dei bambini che si infila sotto il letto e aspetta solo il momento giusto per spaventarvi. Immaginate il buio degli occhi chiusi e della mente aperta, il buio dei colori che si prendono una pausa e lasciano spazio al pensiero, il buio delle possibilità e della grazia. Immaginate il primo buio del mondo, quando ancora a danzare erano solo le stelle.

Immaginate il buio buono, quello delle promesse che vale la pena mantenere, quello della bellezza in attesa. Perché nel buio qualcosa accade e in questo, di buio, accadono il suono e la voce, che si rincorrono, annusano, respingono, chiamano, abbracciano, sussurrano, in un gioco di accenti e discese.

Canto di violoncello e voci di donne, canne sospese nel vento di questi tempi arresi e duri, che crescono e si agitano, creando disegni oltre le forme e i silenzi. Voci di donne che salgono dagli altrove della terra e dello spirito, lacerando la mestizia di chi, in loro, scorge solo l’involucro e non l’essenza.

Voci e dita di donna, che nel buio si riconoscono senza conoscersi e restituiscono a chi le ascolta il privilegio della gioia pura, senza orpelli, integra e fiera.

Pink Rope, gemma preziosa incastonata nell’universo di United Sounds in the Dark, nel buio spariglia le carte, ne anagramma le ossa e ne fa creazione artistica, accende un respiro sinuoso e leggero, in fuga verso altri mondi, altre dimensioni, altri strati di cenere, di mare e di sale.

Perché nel buio qualcosa accade, perché dietro agli occhi chiusi può accadere di tutto, perché nel buio il canto del violoncello e le voci di donne si fanno casa, fuoco, poesia, destino, carezza, acqua, preghiera, scudo, pane e roccia. Si fanno storia, la storia di ognuno e ognuna e ogni cosa, si fanno cemento e aria, superando la malizia degli sguardi, la fatica delle parole dette senza premura, il giudizio che condanna e toglie il fiato.

Tutto in una manciata di minuti, quelli che servono al pellegrino per ristorare l’anima e il cuore, quelli che servono al viandante per riprendere il cammino. Fermarsi, nel buio, in un momento perfetto e concedersi, sfacciatamente, all’immaginazione, comunque essa sia, imperfetta e irrequieta, feroce e selvaggia, assorta e gentile, onesta e piena.

Fermarsi, nel buio, per non cedere il passo alla menzogna, per andare oltre le cose, per rimettere insieme ogni singolo tassello.

Immaginate il buio. Immaginate al buio.